Avviso pubblico per il finanziamento di iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte alla prevenzione della violenza maschile contro le donne e per la promozione di buone pratiche nelle azioni di presa in carico integrata da parte delle reti operative territoriali delle donne vittime violenza e dei loro figli.
L'Avviso, che si colloca nel quadro dell'attuazione del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, prevede due distinte linee di intervento.
La prima linea (Linea A) è dedicata alla realizzazione di azioni di sensibilizzazione e comunicazione, nonché di interventi educativi, tesi alla prevenzione del fenomeno della violenza attraverso il contrasto degli stereotipi di genere, la promozione di una cultura del rispetto tra uomo e donna, e la stigmatizzazione della violenza di genere.
La seconda linea di intervento (Linea B) intende invece contribuire, mediante progetti innovativi e potenzialmente replicabili anche in altri contesti, al rafforzamento delle reti territoriali anti violenza, con l'obiettivo di migliorare la qualità della presa in carico integrata delle vittime e dei loro figli da parte di tutti i soggetti, istituzionali e non, che operano sul territorio.
Per ciascuna proposta potrà essere concesso un contributo compreso tra 50.000 e 200.000 euro.
Il totale delle risorse destinate all'Avviso è di euro 5.000.000, interamente a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità.
ART. 5
(Soggetti proponenti)
1. Linea di intervento A. Progetti per la programmazione e realizzazione di azioni di
sensibilizzazione e comunicazione, nonché di interventi educativi, tesi alla prevenzione del
fenomeno della volenza di genere attraverso il contrasto degli stereotipi di genere, la
promozione di una cultura del rispetto tra uomo e donna, la stigmatizzazione della violenza
di genere con particolare riferimento ai modelli sociali. Possono partecipare, in forma singola
o associata:
a. Enti territoriali: Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni;
b. Scuole statali, paritarie e non paritarie;
c. Servizi educativi per l'infanzia e scuole dell'infanzia statali, paritarie e non paritarie;
d. Università pubbliche o private;
e. Enti pubblici, esclusi gli Enti pubblici economici;
f. Enti no profit (a titolo esemplificativo: Associazioni, Fondazioni, Comitati, Onlus, Istituzioni
pubbliche di assistenza e beneficienza, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Soggetti
della cooperazione allo sviluppo, Associazioni sportive dilettantistiche, Associazioni di
promozione sociale, Circoli di cultura cinematografica e teatrale);
2. Linea di intervento B. Progetti per potenziare le reti operative territoriali antiviolenza nelle
attività di presa in carico integrata delle donne vittime di violenza maschile e dei loro figli
minori, al fine di promuovere l'adozione di procedure standardizzate, tali da essere prese
come riferimento e riprodotte come buone pratiche a livello nazionale, al fine di colmare i
divari territoriali dei servizi specializzati nell'assistenza delle vittime di violenza. Possono
partecipare, esclusivamente in forma associata:
a) Soggetti titolari dei Centri antiviolenza quali:
a1. Enti locali;
a.2. Associazioni e Organizzazioni operanti nel settore del sostegno e dell'aiuto alle donne vittime
di violenza, che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza
contro le donne, che utilizzino una metodologia di accoglienza basata sulla relazione tra donne,
con personale formato specificatamente sulla violenza di genere. Inoltre, le Associazioni e le
Organizzazioni devono essere censite dalla propria Regione di appartenenza e quindi essere in
possesso dei requisiti di cui all'Intesa del 27 novembre 2014 tra il Governo e le Regioni, le
province autonome di Trento e Bolzano e le autonomie locali, relativa ai requisiti minimi dei
Centri antiviolenza e delle Case rifugio e avere nel loro Statuto o nell'Atto Costitutivo i temi del
contrasto alla violenza di genere, del sostegno, della protezione e dell'assistenza delle donne
vittime di violenza e dei loro figli quali finalità esclusive o prioritarie, coerentemente con quanto
indicato con gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, ovvero dimostrare una consolidata e
comprovata esperienza almeno quinquennale nell'impegno contro la violenza alle donne;