Commemorazione Strage Italicus: le parole di Rosaria Manzo, vice presidente di Pol.i.s.

Strage Italicus

4 Agosto 1974: Strage dell'Italicus

2 Agosto 1980: Strage di Bologna

23 Dicembre 1984: Strage sul Treno Rapido 904

Discorso di Rosaria Manzo, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul Treno Rapido 904 del 23 dicembre 1985, vice presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, per la commemorazione della Strage dell'Italicus in San Benedetto Val di Sambro:

"Carissimi,

come ogni anno voglio rappresentare la mia più sentita vicinanza a tutti i familiari delle vittime e ai superstiti della strage del treno Italicus, a nome di tutta l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del Rapido 904.

Due stragi legate con un filo sempre più tangibile, che rievocano dolorosi ricordi non solo per coloro i quali sono stati direttamente coinvolti, ma anche per la popolazione tutta, ostaggio in quel periodo di una strategia stragista che ha condizionato le nostre vite, il presente e il futuro del nostro Paese.

Siamo uniti dal desiderio ardente, di ricercare la verità, di vedere finalmente, una volta e per sempre, concretizzarsi quel principio di giustizia che inseguiamo oramai come una chimera. Dovremo essere stanchi. Dovremo essere abbattuti e sfiduciati. Ed invece no. Gli ostacoli, non pochi, che si sono posti sul nostro cammino, come veli opachi che hanno offuscato la verità, sono diventati uno stimolo alla nostra continua voglia di lottare. Lottare non per noi stessi; non per il raggiungimento di un senso di rivalsa o di spiccio giustizialismo. Ma lottare per le nostre vittime. Che non siano solo numeri o nomi incisi su una pietra, ma che diventino simbolo di giustizia e verità. Che il loro sacrificio possa rappresentare il punto di partenza di una società che allontani da sé qualsiasi forma di terrore, che si renda trasparente e pulita. Utopia? Chissà. Del resto ogni piccolo passo verso un miglioramento ha bisogno di obiettivi probabilmente irraggiungibili.

Il nostro ruolo è però ben definito. Siamo qui per costruire memoria. Per ricordare che quel 4 agosto 1974, 49 anni fa, l’attentato sul treno Italicus provocò 12 morti e oltre 200 feriti. Parallelamente, come una drammatica eco, il 23 dicembre del 1984 la strage del treno Rapido 904 ne causò 16 di vittime e 267 feriti.

Le statistiche ricordano i numeri, noi ricordiamo le storie. Noi abbiamo il dovere di raccogliere i nomi di quei bambini, di quelle donne e di quegli uomini che hanno visto spezzate le loro vite in ragione di fatti, logiche e dinamiche totalmente estranee da loro. Abbiamo il dovere di rendere immortali le storie di queste vittime inconsapevoli, di lasciare che non vengano abbandonate nell’oblio del passato storico.

Manifestazioni come queste devono rappresentare quella spinta propulsiva che noi associati e cittadini tutti dobbiamo cogliere affinché i nostri figli, le nuove generazioni possano maturare la consapevolezza del passato e rendere proprie vicende che devono appartenere a tutti.

So quanto sia doloroso per i familiari e per i superstiti essere qui, rivivere anche solo mentalmente quel fortissimo senso di dolore che per anni non sono mai riusciti a cancellare e forse mai riusciranno.

Ma so anche quanto tutto questo sia necessario, apparentemente invisibile, ma fondamentale per costruire quei mattoncini di civiltà sui quali ergere la società civile del presente e del domani.

Con il cuore sono lì con voi e voglio ricordare ad uno ad uno i nomi delle vittime.

Per la strage sul treno Italicus

Nicola BUFFI, Maria Santina CARRARO in RUSSO, Marco RUSSO, Nunzio RUSSO, Elena CELLI, Elena DONATINI, Tsugufumi FUKUDA, Raffaella GAROSI, Herbert KONTRINER, Antidio MEDAGLIA, Wilhelmus J. HANEMA, Silver SIROTTI.

Per la strage sul rapido 904

Giovanbattista Altobelli, Anna Maria Brandi, Angela Calvanese in De Simone, Nicola De Simone, Anna De Simone, Giovanni De Simone, Susanna Cavalli, Lucia Cerrato, Pier Francesco Leoni, Luisella Marrazzo, Carmine Moccia, Valeria Moratello, Maria Luigia Morini, Federica Taglialatela, Gioacchino Taglialatela, Abramo Vastarella.

Con grande affetto."