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A Secondigliano due detenuti del Progetto "Parole in Libertà" conseguono la laurea

Istituto Pasquale Mandato di Secondigliano - fonte: Ministero della Giustizia

Antonio è giovane, e progetta un futuro da coltivatore, Alessandro giovane lo è di meno, ma si concede la libertà di pensare oltre le sbarre che oggi lo rinchiudono, e di investire su se stesso: Antonio e Alessandro sono i primi due laureati (del nostro gruppo di lavoro "Parole in Libertà", un progetto della Fondazione Pol.i.s. con il Garante dei Detenuti, Fondazione Banco di Napoli e il quotidiano Il Mattino) del Polo Universitario Penitenziario "Pasquale Mandato" di Secondigliano, che lunedì 3 aprile 2023 hanno discusso le loro tesi. Entrambi neodottori in Scienze Erboristiche, grazie all’Università Federico II di Napoli, che ha creduto nel progetto e ha portato docenti e libri all’interno del carcere.
Un esperimento nato nel 20018, e più che riuscito: sono tanti i detenuti che frequentano on line le lezioni di Scienze Politiche, Scienze dei Servizi Turistici, Economia e Commercio e quelle di tutte le facoltà della Federico II. Un successo, insomma, che regala a questi studenti la possibilità concreta di riprogettare il proprio futuro, dandosi una chance.
“Determinazione dei metalli pesanti nell’olio d’oliva in relazione alla terra dei fuochi” è il titolo della tesi di Antonio, che ha affermato: "Questo traguardo rappresenta molto, alla fine di un percorso; tutto il tempo qui dentro non è stato inutile, non è stato tempo perso". I suoi progetti sono legati a doppio filo alla sua passione e ai suoi studi, che gli hanno regalato una competenza che darà sostanza al suo futuro fuori dal carcere.
Ha discusso invece di una specie particolare sul basilico cinese (Perilla Frutescens) Alessandro, che  ha espresso "una grande soddisfazione. Meglio tardi che mai. Questa è una vera opportunità per cambiare vita, dopo, fuori. Studiare è importante, apre la mente. Fin quando c’è l’ignoranza il malaffare non si sconfiggerà mai".
La soddisfazione dei due neodottori è stata evidente, così come quella dei loro compagni. Ci hanno creduto e ci credono in tanti; uomini con un passato ‘pesante’, complicato da scelte sbagliate e strade tortuose che li hanno portati oggi dove sono, ma che hanno preso in mano il loro destino decidendo di cambiarlo, anche attraverso lo studio.
Ad alle sedute di laurea sono le mogli, i figli, famiglie che vivono una quotidianità monca, laddove a non esserci, o a esserci a distanza, sono i padri che cercano si svolgere la loro funzione genitoriale attraverso gli incontri, le lettere, le telefonate ma oggi, lo fanno in maniera potente attraverso l’esempio di un importante traguardo inseguito e raggiunto.  
Una seduta solenne, a cui hanno preso parte gli insegnanti del corso di laurea, la direttrice del penitenziario Giulia Russo e il rettore della Federico II Matteo Lorito, che ha sottolineato che "ogni anno alla Federico II ci sono 12 mila lauree, ma queste sono speciali; ci tenevo ad esserci e a portare un abbraccio ai laureati di oggi. Il loro è stato un percorso speciale, che dimostra dove la resilienza e la volontà possono portare".

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