Omicidio di Gianluca Coppola. Le parole dei genitori e di don Palmese dopo la decisione della Cassazione

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La Corte di Cassazione ha confermato quanto deciso dalla Corte di Appello di Napoli, in merito alla condanna dell'autore dell'omicidio di Gianluca Coppola, morto il 18 maggio 2021 dopo 50 giorni di ricovero. L'8 aprile precedente, a seguito di una lite, era stato ferito gravemente con diversi colpi di arma da fuoco. "La conferma della pena di Appello, stabilita oggi dalla Corte Suprema di Cassazione,  non cambia il nostro dolore. Qualsiasi condanna comminata al responsabile dell'omicidio di nostro figlio Gianluca non avrebbe cambiato nulla. Nostro figlio non torna più. La vera condanna, con sentenza di fine dolore mai, è per noi ed è scattata il maledetto giorno in cui hanno tolto la vita a Gianluca. Speriamo che il responsabile almeno utilizzi questi anni di detenzione per riflettere sul male fatto a tutti noi e speriamo che dal carcere esca una persona riabilitata e consapevole del male che ha fatto. Perché questa possibilità lui l'avrà mentre nostro figlio non ha avuto il diritto di vivere la sua vita." Queste le parole di Elisa e Roberto, genitori di Gianluca. "Ribadiamo, come in altri casi, il dato di fatto che la conclusione di un iter giudiziario porta luce nelle vite di chi ha subito una perdita terribile. La famiglia di Gianluca è a noi cara, impegnata nei percorsi che come Pol.i.s. attuiamo insieme ai familiari delle vittime innocenti. A loro tutto il nostro affetto", così il presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, don Tonino Palmese.

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