Il ricordo delle stragi di Bologna e del Treno Italicus. Le parole della vicepresidente Rosaria Manzo

Commemorazione Bologna e Italicus

"Qual è il nostro ruolo dopo queste giornate?

Portare la voce di chi voce non ce l'ha perché è rimasto vittima di quanto accaduto, la voce dei superstiti che non riescono a raccontare, per mantenere vivo tutto ciò che noi chiamiamo ricordo. Il ricordo è però una cosa personale, che riguarda chi c'era. Allora, chi non era ancora nato, chi non c'era, che cosa può raccontare? È in questo momento che subentra la memoria collettiva, subentrano le giornate come queste, subentra l'andare a casa e dire: oggi sono stata a San Benedetto Val di Sambro e ho incontrato delle persone, mi hanno parlato di una strage e suscitare domande tra i nostri figli, i nostri amici, le nostre parentele. Oggi siamo qui per interrogarci insieme sul significato di queste giornate. Al momento l'unica risposta che ho sono quei nomi, i nomi di ogni vittima".

Nel quarantaquattresimo anniversario della Strage di Bologna, nelle celebrazioni che raccolgono, come consuetudine, la Strage del Treno Italicus, cinquantesimo anniversario, le parole di Rosaria Manzo, vicepresidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania e presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della Strage sul Treno Rapido 904.