Data dell'accaduto: 4/11/73
Luogo dell'accaduto: Afragola
Data di morte: 25/05/75
Luogo di morte: Velletri
Anni: 8
Vittima innocente della criminalità organizzata
Breve storia dell'accaduto
Alfredo Manzoni, 8 anni, viene colpito alla schiena durante un agguato ad un malavitoso di Afragola.
Un costruttore e grossista di generi alimentari, accusato di un omicidio avvenuto nell'ambito di una faida camorristica, è in libertà per insufficienza di prove e nel pomeriggio del 4 novembre del 1973 sta tornando a casa, in via Ciampa 65, ad Afragola.
Nella palazzina in cui abita l'uomo vive anche una zia di Alfredo e quel giorno Alfredo è in visita dalla zia insieme ai genitori. Terminata la visita, Alfredo, insieme al babbo e alla mamma, sta per scendere le scale, quando, nello stesso momento, dinanzi alla alla palazzina di via Ciampa, arriva una Opel guidata dal figlio del costruttore. Di fianco a lui, sul sediolino passeggeri, c'è un suo amico, mentre il costruttore è seduto dietro. La Opel si ferma proprio davanti alla palazzina.
Mentre i tre scendono dall'auto, alle spalle arriva a gran velocità una Giulia scura: la vettura procede poi rallentando improvvisamente la corsa, senza tuttavia arrestarsi del tutto. Nello stesso momento Alfredo si trova con i genitori dinanzi al portone del palazzo. Parlotta con loro e nessuno si accorge che ci sono due macchine, una ferma e l'altra che procede lentamente, e che dalla Giulia Scura sbucano dal finestrino le canne di due pistole. I killer iniziano a sparare e in un momento cade a terra il costruttore. Il figlio resta illeso, mentre l'amico viene colpito da un proiettile al basso ventre.
Però a terra, a qualche metro dalla vittima e dal ferito, c'è un altro corpo ed è proprio quello di Alfredo Manzoni. Il piccolo era di spalle quando gli assassini hanno sparato, e un proiettile si è conficcato nella schiena. Il bambino perde i sensi ma è ancora vivo. Alfredo viene portato all'ospedale, le sue condizioni sono disperate. Alfredo sopravvive, ma resta paralizzato, sottoposto a cure e terapie complesse e dispendiose. Le ferite, e le conseguenti complicazioni, sono particolarmente gravi e giorno dopo giorno minano la resistenza del suo gracile fisico. Alfredo non riesce più a riprendersi, resta immobilizzato in un letto d'ospedale ma non per molto. Morirà il 28 maggio 1975 a Velletri al termine di una lunga agonia.