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Antonio Metafora

Data dell'accaduto: 05/12/2008

Luogo dell'accaduto: Napoli

Anni: 70

Vittima della criminalità organizzata

Breve storia dell'accaduto

La sera del 5 dicembre 2008 viene assassinato nel suo studio l'avvocato civilista Antonio Metafora. Il pregiudicato Salvatore Altieri, 24 anni, viene presto identificato come l'autore del delitto. Altieri gravitava nell'orbita del clan di Pietro Licciardi, capocamorra detenuto in regime di 41 bis, per averne sposato la nipote Regina. 

 Altieri, già conduttore di un ampio locale in corso Secondigliano adibito a garage, aveva, dopo averlo rilasciato, concordato con il locatore la risoluzione per mutuo dissenso del contratto di locazione, impegnandosi a provvedere al pagamento dei canoni arretrati non corrisposti, versati i quali il locatore avrebbe concluso con lui un nuovo contratto di locazione, immesso, così contravvenendo ai patti, nella detenzione di quel locale la madre per continuare, valendosi di questa copertura, l'esercizio dell'impresa di autorimessa e garage aperto al pubblico.

Ottenuto in danno della madre di Altieri un interdetto possessorio per conseguire il rilascio del locale, la ricostruzione giudiziaria della vicenda ha consentito di appurare che Altieri, vantando la sua appartenenza al clan Licciardi, aveva dapprima tentato di convincere l'avvocato Metafora, offrendogli del denaro, a indurre il cliente a concludere un nuovo contratto di locazione con una persona da lui designata e, poi, a fronte del fermo rifiuto opposto dal professionista, si era recato la fatale sera del 5 dicembre 2008, in compagnia di una persona, a oggi rimasta sconosciuta, presso lo studio dell'avvocato Metafora al fine di convincerlo con la minaccia delle armi ad accettare la sua proposta: a fronte del reiterato rifiuto dell'avvocato, Salvatore Altieri esplodeva quattro colpi di pistola, l'ultimo a mò di colpo di grazia, e lo uccideva. 

Dopo una breve latitanza, Salvatore Altieri fu, infine, catturato nell'aprile 2009 in una abitazione del quartiere Vasto, ospite di persona agli arresti domiciliari, all'esito di una brillante azione della polizia giudiziaria che aveva luogo lo stesso giorno in cui era data esecuzione all'interdetto possessorio conseguito dall'avvocato Metafora in danno della madre di Salvatore Altieri.

Quest'ultimo, condannato a 24 anni in primo grado, era, in sede di Appello, condannato a scontare la pena dell'ergastolo, avendo la Corte di Assise di Appello di Napoli riformato la sentenza di primo grado, ritenendo non sussistenti i presupposti per affermare l'equivalenza della riconosciuta aggravante della premeditazione con le attenuanti generiche. Ai fini della statuizione di condanna fu essenziale la testimonianza del figlio della vittima, anch'egli avvocato, che, presente in studio, riconobbe Salvatore Altieri. In quel frangente l'Ordine degli Avvocati di Napoli si era costituito parte civile. Le indagini intanto proseguono e sospetti gravano a oggi su Antonio Lo Russo, riconosciuto da un testimone come colui che accompagnò Altieri in auto presso lo studio di Metafora il giorno del delitto.

Nel corso del 2021 Salvatore Altieri, sul presupposto di aver appreso da fonti, rimaste peraltro anonime e, comunque, non suscettibili di oggettiva verifica, che un pentito di camorra si sarebbe, tra l'altro, attribuito l'omicidio dell'avvocato Metafora, ha presentato istanza ai fini della revisione, che, peraltro, è stata disattesa dalla Corte di Appello di Roma, che ne ha dichiarato l'inammissibilità, con pronuncia confermata anche dalla Cassazione.

Rimane il mistero del complice di Altieri.

Nel 2014  presso il Palazzo di Giustizia di Napoli è stata inaugurata l'Aula intitolata alla memoria di Antonio Metafora.

La storia di Antonio Metafora è ricordata nel Dizionario enciclopedico delle Mafie in Italia, apparso per Castelvecchi nel 2013.

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