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Antonio Vairo

Antonio Vairo

Data dell'accaduto: 23 gennaio 2003

Luogo dell'accaduto: Napoli

Età: 68

Vittima della criminalità organizzata

Breve storia dell'accaduto

Il 23 gennaio del 2003, Antonio Vairo, un ambulante di 68 anni, si trova in calata Capodichino per acquistare alcune bibite. Mentre si intrattiene dinanzi all'associazione cattolica a cui è iscritto, viene colpito alle spalle.

Le attività investigative vanno avanti per 18 mesi ma non consentono di acquisire elementi utili per la prosecuzione delle indagini. Nel permanere ignoti gli autori del reato, il P.M. formula richiesta di archiviazione, accolta poi dal GIP.

La famiglia di Antonio, la vedova e le tre figlie, ottengono a distanza di alcuni anni il riconoscimento di familiari di vittima innocente di criminalità organizzata.  Nella determina del Ministero dell'Interno, infatti, si legge che Antonio Vairo è da ritenersi vittima innocente della criminalità organizzata perché "fu ucciso per errore nell'ambito delle scommesse clandestine". 

Il 23 gennaio 2013, in occasione del decimo anniversario della morte di Antonio Vario, sul luogo dell'accaduto, la terza Municipalità e la Fondazione Polis promuovono un momento di riflessione con la deposizione di una corona di alloro e di una targa in memoria della vittima.

Nella parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, don Vincenzo Ruggiero celebra la messa commemorativa.

Il 23 gennaio 2014, in occasione dell'anniversario di Antonio, una messa in sua memoria. Il 4 marzo del 2014 il consiglio della terza Municipalità delibera all'unanimità l'intitolazione di una targa commemorativa in memoria della vittima laddove fu ferito mortalmente Antonio, che verrà successivamente apposta con cerimonia pubblica in data 26 ottobre 2015 in Calata Capodichino.

La Fondazione Polis, in collaborazione con il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, ha realizzato un progetto dal titolo "VIVI", con il supporto tecnico e scientifico di Aldo Zappalà di Village doc&film . 

L'Intenzione narrativa è quella di "riportare avanti le lancette dell'orologio", raccontare la vita delle tante vittime innocenti della criminalità: le passioni, i desideri, le ambizioni di questi uomini e di queste donne, come se queste vite non fossero state mai spezzate violentemente dalla criminalità organizzata e comune. 

Tra le vittime ricordate e raccontate anche la storia di Antonio Vairo. 

Un lavoro complicato e delicato di interviste in profondità, realizzate da Veronica Montanino (figlia di Gaetano, vittima del dovere), dal quale poi sono stati realizzati i video-documentari e i reading teatrali messi in scena con successo al Museo Pan di Napoli il 23 settembre e il 4 ottobre 2014. 

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