Attilio Romanò

Attilio Romanò

Data dell'accaduto: 24/01/2005

Luogo dell'accaduto: Napoli

Anni: 29

Vittima della criminalità organizzata

Breve storia dell'accaduto

Attilio Romanò, 29 anni, incensurato, viene ucciso il 24 gennaio 2005 in un negozio di telefonia a Capodimonte, dove faceva il commesso. Il vero obiettivo dell'agguato era il co-gestore del negozio, Salvatore Luise, nipote del boss Salvatore Pariante, legato agli scissionisti. La vittima abitava a Miano, quartiere limitrofo a quelli di Secondigliano e Scampia, dove era in corso una sanguinosa faida tra clan che da alcuni mesi mieteva vittime innocenti.

In un primo momento, per mancanza di precedenti penali sia di Romanò che di Luise, viene presa in considerazione anche la pista della rapina, ma le spietate modalità dell'esecuzione inducono successivamente gli investigatori ad escluderlo. L'omicidio avviene in una manciata di secondi: i sicari entrano nel negozio per uccidere e puntano le armi contro la prima persona che è sulla loro strada. Romanò avrebbe tentato di mettersi al riparo ma i killer hanno fatto fuoco più volte, uccidendolo all'istante.

Solo dopo sette anni viene riaperto il caso, inizialmente archiviato, per alcune informazioni dei collaboratori di giustizia.

Le indagini sulla morte di Attilio Romanò portano, nel giugno del 2010, a tre arresti, tra cui quello di Mario Buono, indicato come esecutore materiale. Le rivelazioni di alcuni pentiti permettono di collocare l'omicidio di Attilio nell'ambito delle vendette trasversali durante gli scontri tra le due fazioni in guerra durante la faida di Scampia. 

La Regione Campania ed il Comune di Napoli, nel febbraio del 2011, accanto alla famiglia, si costituiscono parte civile al processo contro i tre killer. 

Il 2 maggio 2012 si conclude il processo per l'omicidio Romanò.

La Terza Corte d'Assise (presidente Carlo Spagna, a latere Salvatore Dovere) condanna all'ergastolo Mario Buono, ritenuto uno degli esecutori materiali del delitto.

La sentenza dispone il rinvio del risarcimento danni in sede civile, prevedendo una provvisionale di 100 mila euro per i familiari della vittima e di 20 mila euro per la Regione Campania. 

Del giugno 2013 è la notizia di una riapertura del processo in Corte d'Assise d'Appello.

La Corte d'Assise di Appello del Tribunale di Napoli conferma il 26 febbraio 2014 l'ergastolo per Mario Buono, che uccise Attilio Romanò.

Il 28 febbraio 2014 il Mattino di Napoli dedica una pagina ad Attilio Romanò. Maria Romanò, sorella di Attilio, costituitasi parte civile nel processo insieme alla sua famiglia, racconta di aver sempre avuto fiducia nella giustizia e nelle istituzioni e di non cercare alcuna vendetta.  Il suo impegno è e sarà orientato sempre alla testimonianza affinché alcuna vittima innocente della criminalità venga dimenticata.

La Suprema Corte di Cassazione presso la prima sezione penale del Tribunale di Roma conferma la condanna all'ergastolo per Mario Buono.

Nel gennaio del 2021 la Suprema Corte decide per l'ennesimo annullamento ed il rinvio in Appello.

Nel 2008 è stato dedicato il presidio di Libera in Piemonte alla memoria di Attilio. 

Il 17 settembre 2012, l'IC Russo-Montale di Napoli ha intitolato alla memoria di Attilio Romanò l'aula magna della scuola.

È dedicata alla memoria di Attilio Romanò, Dario Scherillo, Andrea Nollino e Luca Cimminiello la maratona della legalità promossa dall'amministrazione comunale di Napoli il 10 marzo 2013, con la collaborazione delle associazioni sportive di Libera Sport, della Nuova cooperazione organizzata di don Peppe Diana e della Fondazione Polis.

Durante l'itinerario sono stati allestiti, in ricordo delle quattro vittime, quattro gazebo della memoria, nei quali sono stati esposti foto e materiale informativo anti-clan.

Si è tenuta il 23 aprile 2013, presso l'auditorium dell'Ipsia di Miano, la cerimonia finale del premio letterario "Attilio Romanò".

Gli studenti di diverse scuole hanno partecipato al concorso scrivendo elaborati sul tema: "Le mafie temono la cultura, divulgatrice di legalità e di giustizia".

Presente alla cerimonia Maria Romanò, sorella della vittima e insegnante. 

Un asilo nido comunale è dedicato ad Attilio Romanò, in via Gambardella a Miano, e nel 2016 anche l'istituto Comprensivo IPSIA di Miano, senza nome fino a quel momento, viene dedicato ad Attilio Romanò.  

La Fondazione Polis, in collaborazione con il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, ha realizzato un progetto dal titolo "VIVI", con il supporto tecnico e scientifico di Aldo Zappalà di Village doc&film.

L'Intenzione narrativa è quella di "riportare avanti le lancette dell'orologio", raccontare la vita delle tante vittime innocenti della criminalità: le passioni, i desideri, le ambizioni di questi uomini e di queste donne, come se queste vite non fossero state mai spezzate violentemente dalla criminalità organizzata e comune. 

Tra le vittime ricordate e raccontate anche la storia di Attilio Romanò. 

Un lavoro complicato e delicato di interviste in profondità, realizzate da Veronica Montanino (figlia di Gaetano vittima del dovere), dal quale poi sono stati realizzati i video-documetari e i reading teatrali messi in scena con successo al Museo Pan di Napoli il 23 settembre e il 4 ottobre 2014. 

Il 26 ottobre 2015 si è svolta a palazzo San Giacomo la premiazione della V edizione del Premio Attilio Romanò, con la consegna di 6 borse di studio, a ragazzi delle Scuole Medie inferiori e superiori.

Il premio letterario viene organizzato ogni anno con grande passione, forte è il coinvolgimento del corpo docente e dei soggetti istituzionali che vi partecipano e che lo promuovono, e intensa la partecipazione degli studenti che si sperimentano in forme di scrittura creativa toccando temi dolorosi e delicati con grande capacità di ridare vita a chi non c'è più attraverso l'impegno, lo studio e la creazione. 

Dedicati alla memoria di Attilio i libri "Buona idea", raccolta di poesie di Attilio curata dalla sorella Maria, e "L'albero della buona idea", scritto da Valeria Verolino, (immagini di Violante Varriale). Entrambi i testi sono editi da Iod.

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