Data dell'accaduto: 31/07/2015
Luogo dell'accaduto: Napoli
Anni: 22
Vittima della criminalità organizzata
Breve storia dell'accaduto
Luigi Galletta aveva 22 anni e si guadagnava da vivere facendo l'operaio in un'officina a via Carbonara. Niente precedenti penali, eppure qualcuno lo voleva morto. Così è stato freddato con tre colpi di pistola sparati a bruciapelo. Il ragazzo, ferito in maniera grave, è stato trasportato all'ospedale Loreto Mare dove è stato vano anche un disperato intervento chirurgico.
I genitori decidono di donare gli organi di Luigi perché non sia morto invano.
Subito dopo l'omicidio scattano le indagini degli organi inquirenti: diverse le piste seguite.
"Nun fa 'o scemo", avrebbero detto a Galletta due loschi personaggi nei pressi dell'officina meccanica di via Carbonara. Qualcuno ha sentito quella frase ma non la conversazione precedente.
Nel mese di marzo 2019 si chiudono le indagini sull'omicidio di Luigi. Il quadro è il seguente: l'omicidio si inserisce nel bel mezzo della faida che ha seminato nell'estate del 2015 terrore e paura al centro storico di Napoli. Una faida tra "la paranza dei bambini", capeggiata da Emanuele e Pasquale Sibillo, e il clan Buonerba, finalizzata al controllo delle attività criminali (traffico di stupefacenti ed estorsioni) nei quartieri di Forcella, Maddalena e Tribunali.
Luigi Galletta finisce nel mirino dei Sibillo per il vincolo di parentela con uno dei Buonerba.
La mattina di venerdì 31 luglio 2015, due gregari del clan Sibillo fanno irruzione nell'officina di via Carbonara dove lavora Luigi e gli chiedono notizie circa il cugino, precisamente dove questi si nascondesse. Luigi non dà alcuna riposta e, dinanzi al diniego del giovane meccanico, i due replicano infliggendogli tre colpi con il calcio della pistola in testa. Luigi viene medicato, ma non sporge denuncia. Qualche ora dopo, i due tornano nuovamente in officina, stavolta per uccidere il giovane meccanico.
Il gip del tribunale per i minorenni, nel mese di novembre 2017, al termine di indagini della squadra mobile della questura di Napoli, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un giovane, ritenuto responsabile dei reati di omicidio, di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, lesioni personali e minacce, delitti attuati per agevolare l'attività del clan e per rafforzarne l'egemonia sul territorio. Il ragazzo era minorenne al tempo del delitto. L'imputato nell'ottobre del 2018 viene condannato alla pena di 18 anni di reclusione.