Data dell'accaduto: 14/11/1996
Luogo dell'accaduto: Sant'Anastasia
Anni: 27
Vittima della criminalità organizzata
Breve storia dell'accaduto
Luigia Esposito viene trovata senza vita a Sant'Anastasia, uccisa da 23 coltellate.
La ragazza è tossicodipendente ed è per questo motivo che le indagini, in un primo momento, sono orientate a trovare un movente e i colpevoli proprio in quell'ambiente. Le confessioni rese da un collaboratore di giustizia permettono successivamente di arrivare alla verità giudiziaria e alla condanna del mandante.
La ragazza viene uccisa perché alcuni giorni prima ha assistito all'omicidio di Ciro Rispoli, delitto commesso nell'ambito della faida tra i clan della zona orientale di Napoli. Il boss Cuccaro incarica così il futuro collaboratore di giustizia e suo cognato di uccidere Luigia. Tre giorni dopo l'omicidio di Rispoli, Luigia viene accoltellata in aperta campagna.
La storia di Luigia è la storia di una testimone sparita due volte. Viene uccisa dalla camorra in un pomeriggio di martirio e il suo processo è poi eliminato; svanito in un caso limite di cattiva giustizia. Liberati killer e mandanti, nessuno li ha giudicati né condannati. Nove anni dopo, un gip, rimettendo ordine in una valanga di carte, scopre che il delitto di Luigia Esposito è stato dimenticato.
Dopo Luigia viene ucciso anche Rosario Casillo, che, insieme a Francesco Amen, aveva preparato l'agguato a Ciro Rispoli, cosicché Amen si consegna ai carabinieri di Castello di Cisterna, sapendo ormai di essere un testimone scomodo. I carabinieri avvertono la Procura di Nola e il pm Paolo Itri sottoscrive il fermo di Francesco Amen, che si dichiara collaborativo in merito alle vicende che riguardano il clan di Barra. Il pm di Nola, Paolo Itri, avverte la Procura Antimafia di Napoli e si accorda con Luigi Bobbio, che convalida il fermo e fa arrestare tutti quelli che Francesco Amen accusa. In Procura intanto arriva un volume di informative a firma di Vittorio Pisani. La ricostruzione di Pisani integra le dichiarazioni di Amen. Scattano blitz per una novantina di arresti a Napoli Est, in larga parte richieste da Luigi Bobbio. Nel 1998 vengono però scarcerati, per decorrenza termini, le due persone accusate da Francesco Amen dell'omicidio di Luigia. Da questo punto in poi del processo si perdono le tracce. Titolare rimane ancora Luigi Bobbio, che resta in servizio a Napoli fino al 2001.
Successivamente, nel settembre 2005, un gip, Di Stefano, ritrova il delitto di Luigia Esposito tra le richieste di archiviazione e dopo i necessari controlli rigetta la richiesta di archiviazione e invita la Procura di Napoli a riaprire le indagini. Gli imputati dell'omicidio di Luigia sono detenuti per altri motivi.
Nel processo contro gli assassini della giovane nessuno si costituisce parte civile.
Nel gennaio 2009 un uomo viene condannato all'ergastolo quale mandante dell'omicidio di Luigia Esposito.
La storia di Luigia Esposito è ricordata nel "Dizionario enciclopedico delle Mafie in Italia", apparso per Castelvecchi nel 2013.