Carmine Cannillo

Carmine Cannillo

Data dell'accaduto: 31/12/2010

Luogo dell'accaduto: Crispano 

Anni: 39

Vittima della criminalità comune

Breve storia dell'accaduto

Carmine Cannillo viveva ad Orta di Atella, in provincia di Caserta, ma aveva deciso di festeggiare l'arrivo del nuovo anno a casa di amici, a Crispano, nel Napoletano. Intorno a mezzanotte, Carmine e il figlio piccolo si spostano in cortile per guardare meglio lo spettacolo offerto dai fuochi. Proprio nel giardino antistante l'abitazione l'uomo, che di professione faceva l'operaio edile, viene colpito a morte da un proiettile vagante. A poche centinaia di metri un ragazzo viene ferito alle gambe. Gli inquirenti ritengono che dietro l'omicidio e il ferimento vi possa essere la stessa mano criminale. 

Dopo tre anni di indagini la Polizia Scientifica di Napoli ha individuato due persone, rinviate a giudizio per l'omicidio di Carmine Cannillo.

Secondo le indagini le due persone avrebbero esploso una decina di colpi, con due pistole diverse, per festeggiare il nuovo anno. Alcuni colpi avrebbero raggiunto anche un'altra persona ferita ad una gamba. 

Dopo sei anni il Tribunale di Napoli, dopo una lunga camera di consiglio, ha condannato in primo grado uno dei due imputati per omicidio colposo e l'altro per lesioni colpose, per aver ferito in modo grave un ragazzo che si trovava su un balcone. Cinque anni e quattro mesi di reclusione per il primo. Nove mesi per il secondo.

Queste le condanne in primo grado stabilite dal  giudice monocratico della VI sezione. 

Il magistrato ha disposto per i condannati un'immediata provvisionale di circa 70 mila euro, per la vedova e i suoi due figli ancora minorenni. Mentre un'altra somma è stata destinata alla figlia maggiorenne della vittima. Da quantificare poi in sede civile i danni per la mamma e i fratelli della vittima, tutti costituitisi parte civile. 

Le indagini sono state soprattutto di natura tecnica. Le perizie della sezione balistica della polizia, solo dopo tre anni dalla morte dell'operaio, individuarono il punto esatto da dove era stato esploso il colpo mortale: un condominio di via Atellana a Caivano, distante circa 400 metri dal cortile del Parco Aurora, dove abitano i due condannati. 

In questa abitazione gli agenti sequestrarono armi legalmente detenute, e tra queste la Smith & Wesson calibro 38, dalla quale fu esploso il colpo mortale e una Beretta calibro 9, utilizzata dal figlio di Antonio Galdieri, dalla quale partì il colpo che ferì l'altro ragazzo.

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