Data dell'accaduto: 25/08/2013
Luogo dell'accaduto: Lauro
Vittima della criminalità comune
Breve storia dell'accaduto
Pignano, frazione di Lauro, in provincia di Avellino. Domenico Aschettino, 40 anni, ex guardia giurata, raggiunge l'abitazione della famiglia Sepe. Incrocia in cortile Vincenzo ed esplode contro di lui diversi colpi d'arma da fuoco,una pistola calibro 9 detenuta regolarmente eredità dal suo ex lavoro di vigilante. Vincenzo Sepe muore sul colpo. Aschettino volge poi l'arma contro Carolina, la figlia 25 enne di Vincenzo, affacciatasi alla finestra. Un proiettile raggiunge al collo la ragazza, incinta di dieci settimane. La furia omicida di Aschettino coinvolge anche Orlando Sepe, 21 anni, figlio di Vincenzo, accorso per cercare di calmare l'uomo. Rimangono ferite anche la moglie di Vincenzo, Vincenzina Ferraro, colpita ad una gamba, e la suocera della vittima, Bettina Crisci, ferita all'addome. Presenti in casa anche l'altro figlio di Vincenzo, Ciro, ed il marito ed il figlio di due anni di Carolina, scampati alla tragedia.
Tra i due vicini di casa, i cui rapporti erano tesi da tempo, vi era stata una lite la sera precedente, legata, secondo le testimonianze raccolte, a motivi di viabilità.
Le condizioni di Bettina Crisci, 76 enne, sono critiche e la stessa viene ricoverata con la figlia Vincenza Ferraro all'ospedale di Nola.
Carolina viene soccorsa e trasportata in elicottero in gravissime condizioni all'Ospedale Cardarelli di Napoli. La donna è in coma farmacologico, ed i sanitari hanno fatto il possibile per tenere in vita il feto. Il fratello Orlando, anch'egli ricoverato al Cardarelli, resta in prognosi riservata.
Aschettino viene fermato dai carabinieri mentre si stava dirigendo alla locale caserma per costituirsi. "Una reazione alle continue provocazioni subite", in questo modo Aschettino giustifica nell'interrogatorio con il GIP di Avellino Gianfranco Fiore, la sparatoria: "[..] "poi ho perso la testa e ho cominciato a sparare all'impazzata".
L'uomo viene recluso nel carcere di Bellizzi con l'accusa di omicidio premeditato e tentato omicidio aggravato da futili motivi. Su richiesta degli avvocati difensori di Aschettino il Tribunale autorizza la perizia psichiatrica per l'uomo.
Il 29 agosto si svolgono i funerali di Vincenzo nella Chiesa di Fontenovella, frazione di Lauro in cui era nato e dove vivono i suoi genitori. Numerosa la partecipazione popolare.
Bettina Crisci muore il 28 ottobre, dopo due mesi di agonia.
Il figlio della vittima, Orlando, si ristabilisce mentre rimane in prognosi riservata Carolina Sepe. I sanitari del Cardarelli fanno il possibile per tenere in vita lei ed il suo bambino.
Il 19 dicembre viene alla luce Maria Liliana. I medici del Cardarelli decidono di praticare il taglio cesareo a Carolina Sepe, in coma dal 25 agosto. Maria Liliana, poco più di un chilo di peso, nasce alla 28° settimana e viene ricoverata nel reparto di terapia intensiva neonatale dello stesso ospedale.
Il 4 gennaio 2014 muore Carolina Sepe, dopo quasi cinque mesi di coma. Nel primo pomeriggio del 9 gennaio hanno luogo i funerali nella chiesa di Quindici, dove Carolina risiedeva con il marito ed il piccolo figlio di due anni.
Il Comune di Lauro, luogo della strage, nella persona del Sindaco, Antonio Bossone, dichiara vicinanza alla famiglia, in particolare per i bisogni della piccola Maria Liliana, ancora ricoverata al Cardarelli.
Secondo la relazione specialistica del medico, seguita ai diversi incontri con Aschettino, l'uomo presenta un "pensiero infantile e immaturità" e al momento dell'omicidio era capace di intendere e di volere.
Nel mese di luglio 2014, Maria Liliana, a poco più di sei mesi dalla nascita, lascia il Cardarelli di Napoli, dove è stata curata per la condizione prematura. La bambina viene ricoverata ad Avellino. Ad aspettarla a casa il padre Giampiero, il fratello Eliseo, i nonni e gli zii.
Il 19 novembre 2014, nel tribunale di Avellino, dinanzi al Gup Giuseppe Riccardi ha inizio i processo nei confronti di Aschettino.
Nel dicembre 2014 il pm Antonella Salvatore chiede a termine della sua requisitoria la condanna al carcere a vita per Aschettino, un ergastolo per ogni omicidio commesso, e l'isolamento diurno per un anno intero.
Nel mese di marzo del 2015, il gup del Tribunale di Avellino, Giuseppe Ricciardi, dopo tre ore di camera di consiglio, accoglie la tesi del Pm Antonella Salvatore. La sentenza conferma l'aggravante della premeditazione per l'omicidio del capofamiglia Vincenzo Sepe, esclusa per le altre due vittime Carolina Sepe e la nonna Bettina Crisci. Escluso il riconoscimento dell'infermità mentale per l'imputato, come pure era stato chiesto dalla difesa.
Il 16 febbraio 2015 Maria Liliana Siniscalchi muore all'ospedale Santobono di Napoli a 13 mesi dalla sua nascita.
Nel mese di settembre 2017, la sentenza di ergastolo per Aschettino viene confermata dalla Prima Sezione della Corte di Cassazione. Il pluriomicida viene condannato anche al pagamento delle spese processuali, nonché al risarcimento di una provvisionale pari a 6mila euro alle parti civili. Rigettato il ricorso del legale.