Angela Santabarbara

Angela Santabarbara

Data dell'accaduto: 05/01/2012

Luogo dell'accaduto: Piana di Monte Verna (CE)

Anni: 70

Vittima di reato intenzionale violento

Breve storia dell'accaduto

Angela Santabarbara, 70 anni, viene trovata morta, riversa in una pozza di sangue, il 5 gennaio nella sua casa di Piana di Monte Verna in provincia di Caserta, dove viveva da sola dopo la morte del marito. Ad allertare le forze dell'ordine è il nipote della vittima. I carabinieri trovano l'abitazione a soqquadro e nessun segno di effrazione. Si ipotizza un tentativo di rapina e si suppone che a vittima conoscesse il suo aggressore. L'autopsia rivela che la donna è stata uccisa con un coltello da cucina, colpita con 32 coltellate di cui una mortale alla gola. Le indagini proseguono in diverse direzioni, si indaga anche sul passato della vittima, il marito era stato arrestato con l'accusa di far parte di un presunto giro di usura.

L'11 gennaio vengono celebrati i funerali ed organizzata una fiaccolata nella tranquilla comunità scossa dall'accaduto.

Dopo circa un mese dall'accaduto le indagini del Comando Provinciale di Caserta portano all'arresto, con l'accusa di omicidio doloso pluriaggravato, di Pasqualino De Siato, 24enne di Piedimonte Matese, nipote della vittima (figlio della cugina), proprio il giovane che aveva chiamato i soccorsi. Il movente sarebbe ravvisabile nell'intenzione di De Siato di commettere una rapina. Ascoltato inizialmente quale persona informata dei fatti, le indagini si concentrano sul De Siato per il suo cadere più volte in contraddizione durante gli interrogatori e dall'esame dei tabulati telefonici. Ad incastrarlo sono gli accertamenti effettuati dai Ris di Roma sulle tracce di sangue appartenenti alla vittima rinvenute sui pantaloni dell'indagato ed il materiale genetico trovato sotto le unghie della donna che è riconducibile all'uomo. Il De Siato viene descritto come un ragazzo dal carattere non facile, con problemi derivanti da una malattia vissuta in infanzia. La stessa confessione del delitto avviene tra vuoti di memoria e flashback dal contenuto raccapricciante.

Viene accolta poi, la richiesta di giudizio abbreviato, per valutare la capacità mentale del ragazzo al momento del fatto. In attesa del processo l'imputato viene ricoverato presso la Villa degli Ulivi a Caserta.

Nell'aprile del 2013 De Siato viene condannato a 16 anni di carcere con l'accusa di omicidio volontario, ottenendo però di scontare la pena in una casa di cura date le sue condizioni psichiche.

L'8 aprile 2014 la Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna di primo grado inflitta a De Siato. 


 

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