Raffaele Iozzino

Raffaele Iozzino

Data dell'accaduto: 16/03/1978

Luogo dell'accaduto: Roma 

Anni: 25

Vittima del dovere per mano del terrorismo

Breve storia dell'accaduto

Raffaele Iozzino, agente di Polizia assegnato alla scorta del presidente della Dc Aldo Moro, viene trucidato, insieme ai suoi colleghi, dalle Brigate Rosse nella strage di via Fani a Roma del 16 marzo 1978. 

Domenico Ricci, un appuntato dei Carabinieri, guida l'auto sulla quale viaggiava Moro. Di fianco il capo - scorta, il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi. L'onorevole Moro è dietro che scorre i suoi appunti in vista dell'importante seduta alla Camera dei deputati che comincerà a breve. Al suo fianco due borse con dentro documenti riservati. Dietro la Fiat 130 c'è un'altra auto che scorta il presidente della Dc, un'Alfetta bianca con tre agenti di Polizia; la guida l'agente della PS Giulio Rivera. Al suo fianco il brigadiere Francesco Zizzi e dietro Raffaele Iozzino, agente scelto. 

È un agguato. Quattro persone armate fanno fuoco, altre bloccano il traffico. L'appuntato Ricci cerca di fare una manovra per uscire da quella trappola. Compaiono all'improvviso altre persone armate. Sono in tanti a sparare. Sulle auto piovono colpi da tutte le parti. Mirano agli uomini della scorta e li colpiscono da vicino, li vogliono morti. Uno dopo l'altro cadono come bersagli. Prima Ricci, poi Leonardi, poi Zizzi. E poi Rivera. L'unico che riesce a reagire, a impugnare la pistola d'ordinanza e a sparare qualche colpo è Raffaele Iozzino. Esce dall'auto per cercare di difendere Aldo Moro. Ma riesce a fare solo pochi passi perché viene colpito alle spalle. 

Aveva 25 anni, ed era nato in provincia di Napoli, a Casola, nel 1953.

«Quella mattina ero solo – ha raccontato - Accesi la televisione e davanti a me si aprì un quadro terrificante. La prima immagine che vidi fu un corpo a terra con un lenzuolo bianco sopra: era proprio Raffaele. Prima di morire, mio fratello ci raccontò che c'era la speranza che Moro diventasse Presidente della Repubblica e quindi ci disse che il suo lavoro sarebbe migliorato. Invece il suo sogno è stato spezzato in quella tragica mattinata dall'azione delle Brigate Rosse».

Sono 4 i processi principali del caso Moro. Il primo, che unificava i Moro-uno e Moro-bis, si è concluso in Cassazione con 22 ergastoli nel novembre 1985, il Moro-ter si è concluso nel maggio 1993 con 20 ergastoli, il Moro-quater a maggio 1997 con la condanna definitiva all'ergastolo per Lojacono, il Moro-quinquies si è concluso in due tempi, nel 1999 e nel 2000, con le condanne di Raimondo Etro e Germano Maccari.

La storia di Raffaele Iozzino è raccontata dal libro di Raffaele Sardo "Come nuvole nere", edito da Melampo e promosso dalla Fondazione Polis. 

A Raffaele Iozzino una targa in memoria in via Vittorio Emanuele a Bari. In suo onore anche l'intitolazione dell'Isitituto Comprensivo Raffaele Iozzino.

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