Antonio Graziano

Data dell'accaduto: 11/06/2004


Luogo dell'accaduto: San Paolo Belsito

Anni: 58

Vittime della criminalità organizzata

Breve storia dell'accaduto

Antonio Graziano, 58 anni, viene ucciso a San Paolo Belsito insieme al nipote Francesco, 32 anni, con il quale gestiva dei supermercati in provincia di Avellino, l'11 giugno 2004. 

L'agguato viene portato a termine nel centro cittadino di San Paolo Bel Sito, nel mentre le due vittime si stavano recando al supermercato denominato "La Fonte", sito in Nola, gestito dal suocero di un boss. I due killer, a bordo di una motocicletta, muniti di una radio ricetrasmittente ed entrambi armati di due pistole calibro 9x2l e J.65, dopo aver avuto il segnale da altro complice, intercettano l'autovettura nel centro cittadino di San Paolo Bel Sito e, approfittando che la carreggiata è momentaneamente bloccata da un mezzo meccanico che impedisce il passaggio, si affiancano all'auto ed esplodono diversi colpi di pistola all'indirizzo delle due vittime, uccidendole.

I due Graziano non avevano precedenti penali, ma erano imparentati con l'omonima famiglia camorristica di Quindici protagonista, negli ultimi quarant'anni, di una sanguinosa faida di camorra con il clan Cava. Secondo gli inquirenti i due sono stati uccisi perché considerati "bersagli" facili, molto più avvicinabili rispetto ai vertici della famiglia Graziano. I due, pur essendo strettamente imparentati con i vertici della famiglia, erano in realtà fuori dal contesto criminale, e per questo non sottoposti a sorveglianza. E questo sembra aver segnato il loro destino.

Il Tar di Salerno ha accolto il ricorso degli avvocati di famiglia riconoscendo a Francesco e ad Antonio Graziano lo status di vittima della criminalità organizzata. 

Il 22 settembre 2015 viene emessa un'ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di un esponente del clan Cava. L'ordinanza viene emessa per i reati di omicidio e di detenzione illecita di armi, aggravati dal metodo mafioso e che si ricollegano all'agguato commesso ai danni di Antonio Graziano e Francesco Graziano.

L'efferato delitto in contestazione è maturato e si inserisce nel contesto della contrapposizione tra le due associazioni mafiose Cava e Graziano. 

Il delitto costituisce la risposta del clan Cava alla cd. "strage delle donne" avvenuta nel 2002, in cui furono uccise da parte di esponenti del clan Graziano tre donne della famiglia Cava, tra cui una figlia, la sorella e la cognata dell'uomo indagato, mentre un'altra figlia di questi rimase paraplegica in conseguenza delle ferite riportate.

L'esatta ricostruzione dell'agguato è stata possibile grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma soprattutto all'intensa attività investigativa svolta dal personale della Prima Sezione - Criminalità Organizzata della squadra Mobile della Questura di Avellino (Fonte: www.orticalab.it). 

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