Data dell'accaduto: 07/07/2017
Luogo dell'accaduto: Aversa
Anni: 25
Vittima della criminalità comune
Breve storia dell'accaduto
Vincenzo Ruggiero vive ad Aversa con la sua migliore amica, Heven, una giovane ragazza transgender che lo ospita da quando egli ha avuto una feroce discussione in famiglia.
Lei ha una relazione da sette anni con un ex marinaio, Ciro Guarente, 35 anni, che da ragazzo aveva vissuto a Ponticelli, nella periferia di Napoli, e, all'epoca dei fatti, viveva a Parete, in provincia di Caserta.
L'uomo è ossessivamente geloso della relazione che lega la sua compagna al giovane attivista per i diritti degli omosessuali.
Heven torna a casa da Bari la mattina dell'8 luglio, Vincenzo non si è recato alla stazione a prenderla come le aveva garantito. Questa cosa insospettisce Heven, la quale inizia a preoccuparsi ancor di più quando in casa non trova né le valigie né gli oggetti personali del ragazzo. Quindi avverte la madre di Vincenzo e insieme denunciano ai carabinieri la scomparsa del ragazzo in quella stessa giornata. Ciro intanto non mostra alcun coinvolgimento nella vicenda, cerca di consolare la compagna, le sta vicino e non si tradisce.
Heven nei giorni successivi inizia a chiedere ai vicini se avessero visto qualcosa. Alcuni di questi tacciono , altri raccontano di aver visto il ragazzo andar via con delle valigie.
Qualche giorno più in là, uno di questi però rivela di aver visto Ciro andar via con la valigie di Vincenzo e così la giovane trans offre questa pista alle forze dell'ordine.
Ciro, interrogato per più ore, offre una versione differente della reale dinamica dell'accaduto. Inventa di aver avuto una lite con il giovane e che sferrandogli un colpo gli aveva provocato la morte perché egli, perdendo l'equilibrio, aveva battuto la testa. E che, quindi, in preda al panico, aveva sistemato il corpo senza vita in una valigia.
Ricostruendo gli spostamenti di Guarente nelle ore successive a quelle fissate dalle immagini della telecamera a circuito chiuso, i carabinieri sono arrivati nella zona di Ponticelli, nei pressi di una strada dove l'ex marinaio aveva abitato per alcuni anni quando era ragazzo, e che quindi conosceva bene. E lì, in un luogo abbandonato, è avvenuta la macabra scoperta: ciò che resta di un cadavere che chi ha portato là dentro ha prima cercato di sciogliere con l'acido e poi ha ricoperto di cemento, probabilmente all'inutile scopo di renderlo irriconoscibile (per l'esame del Dna bastano anche frammenti di resti), ma non si esclude nemmeno che si trattasse di un maldestro tentativo di murare il corpo affinché non venisse mai più ritrovato.
Con Guarente è imputato anche Francesco De Turris, pregiudicato di Ponticelli. Si pensa che Guarente non abbia potuto fare tutto da solo.
I funerali del ragazzo sono stati celebrati quasi un anno dopo, il 2 luglio 2018, nella parrocchia di Santa Maria nel rione di Montesanto a Napoli.
Guarente e De Turris sono stati condanati all'ergastolo per l'omicidio di Vincenzo.
Nel mese di maggio 2021 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo per Ciro Guarente. Nel mese di novembre del 2021 la Cassazione conferma la condanna all'ergastolo anche per Francesco De Turris, accusato di concorso in omicidio aggravato.