Data dell'accaduto: 11/07/2008
Luogo dell'evento: Marina di Varcaturo, Castel Volturno
Anni: 70
Vittima della criminalità organizzata
Breve storia dell'accaduto
Una vendetta per non aver pagato il pizzo, e forse anche un segnale rivolto agli imprenditori economici della zona affinché non pensino di potersi ribellare ai diktat del clan dei Casalesi: sono le piste prevalenti nelle indagini sull'omicidio di Raffaele Granata, 70 anni, titolare dello stabilimento balneare ''La Fiorente'' e padre di Giuseppe, sindaco di Calvizzano (Napoli).
Proprio il figlio della vittima aveva confermato le minacce estorsive rivolte al padre negli ultimi tempi. Ma Granata aveva anche denunciato alle autorità intimidazioni e richieste di denaro nel 1992, sempre da parte di esponenti della camorra casalese.
Il processo sull'omicidio di Raffaele Granata vede imputati Giovanni Letizia e altri componenti della batteria di fuoco dei setoliani. In aula, all'inizio del processo, è presente Giuseppe Granata. Il sindaco, e tutta la sua famiglia, si è costituto parte civile davanti alla seconda sezione della Corte di Assise presieduta da Maria Alaia, a latere Orazio Rossi.
Il 22 febbraio 2013 si conclude con sette condanne, di cui quattro all'ergastolo, il processo per l'omicidio di Raffaele Granata. La Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere ha inflitto l'ergastolo a Setola, Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia e Carlo Di Raffaele; ventotto anni a Ferdinando Russo e cinque a Loran John Perham, dodici anni al collaboratore di giustizia Oreste Spagnuolo, le cui dichiarazioni sono state determinanti per smantellare il gruppo Setola.
La Pubblica Accusa aveva chiesto l'ergastolo per tutti gli imputati ad eccezione del pentito.
Il 26 giugno 2014 si è svolto il processo presso la Corte di Assise d’Appello del Tribunale di Napoli di S. Maria Capua Vetere: nell'aula 320 è stata confermata la condanna all'ergastolo per Giuseppe Setola, capo della fazione stragista del clan dei casalesi.
Confermate anche la condanna all'ergastolo per Giovanni Letizia, Carlo Di Raffaele e Ferdinando Russo; mentre l'autista di Setola, Loran John Perham, al quale in primo grado erano stati inflitti cinque anni per favoreggiamento, è stato condannato a 18 anni per concorso nell'omicidio.
La moglie Raffaella Ferillo e i figli della vittima al termine dell'udienza esprimono profonda gratitudine agli avvocati di parti civile Maurizio Sica e Antonio De Girolamo.
A seguito della sentenza della Corte di Cassazione, il processo d'appello ai danni di Loran Perham, l'uomo che aprì i cancelli del parcheggio dove trovarono rifugio i killer di Raffaele Granata, è stato ricelebrato.
Nel 2019 sono stati inflitti 18 anni e 8 mesi di reclusione a Loran Perham dalla Corte di Assise di Appello di Napoli, Sezione Seconda, su rinvio della Corte di Cassazione, ritenendolo responsabile di aver concorso nell'omicidio di Raffaele Granata. Nel 2022 la condanna per Loran John Perham è stata confermata in Corte di Cassazione.
Nel mese di aprile 2012 la bretella intercomunale di Villaricca, Mugnano, Miano e Calvizzano, nata per decongestionare il traffico, che coinvolge via Falcone e il corso Italia, viene intitolata alla memoria di Raffaele Granata.
Nel mese di luglio 2014, presso la sala consiliare del Comune di Castelvolturno, si è ricordato Raffaele Granata, in occasione del sesto anniversario della sua barbara uccisione.
Nel luglio 2016 la federazione antiracket, attraverso il suo presidente Luigi Ferrucci, ricorda Raffaele Granata, in occasione dell'ottavo anniversario della sua barbara uccisione. In sala ad ascoltare, insieme ai figli di Raffaele Granata, ci sono i familiari di Domenico Noviello e Antonio Ciardullo, altre vittime del gruppo criminale di Setola. Con loro il rappresentante dei familiari delle vittime innocenti della provincia di Caserta, Salvatore Di Bona.
Nel mese di Luglio 2017 presso il lido La Fiorente in Marina di Varcaturo, località Castel Volturno (CE), si è tenuta l'iniziativa "Sempre il mare, uomo libero, amerai", dedicata alla memoria di Raffaele Granata, assassinato perché ha scelto di non piegarsi al racket e alle richieste del pizzo. L'evento rientra nella decima edizione del festival dell'impegno civile "Le terre di don Peppe Diana", realizzato sui beni confiscati alla criminalità organizzata di stampo mafioso. L'edizione 2017, che si chiude il 5 agosto, ha come titolo "Risaliamo sui tetti".
Un'iniziativa in memoria di Raffaele, presso il lido "La Fiorente", anche nel mese luglio 2018 alla presenza delle istituzioni teritoriali e provincali, dei familiari e dell'associazione Antiracket.
La storia di Raffaele Granata è raccontata nel libro di Gigi Di Fiore "Impero", edito da Rizzoli nel 2010, e in quello di Bruno De Stefano "L'Italia del pizzo e delle manette", pubblicato da Newton Compton nel 2008. La vicenda di Raffaele è anche ricordata nel "Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia", edito da Castelvecchi nel 2013.
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